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20 Dicembre 2023Tutti sappiamo che cosa sia il campo visivo, ma forse non ci è molto chiaro quanto sia importante per la qualità della nostra vista (e della nostra quotidianità).
Il campo visivo è la porzione di spazio che possiamo percepire con lo sguardo rivolto in avanti, un po’ come il campo della macchina da presa nel cinema: è ciò che ci consente di vedere ciò che abbiamo di fronte e leggermente ai lati.
In condizioni normali, questo campo abbraccia oltre i 90° lateralmente, 60° nasalmente e superiormente, e circa 70° inferiormente. Tuttavia, quando si verificano alterazioni, diventa essenziale esaminare questa prospettiva visiva.
Questo campo, infatti, può restringersi a causa di difetti visivi o di patologie che interferiscono con la vista, creando disagi al paziente e anche problemi nello svolgere attività quotidiane. Immagina, ad esempio, di essere alla guida della tua auto e di non vedere bene alcune parti del campo visivo, come quelle che di solito percepiresti con “la coda dell’occhio”. Potresti non accorgerti di un pedone che vuole attraversare la strada, oppure di un motociclista che ti sta sorpassando.
Se noti delle difficoltà nella tua visione periferica, è il momento di sottoporti a un test del campo visivo. Vediamo insieme in cosa consiste.
Che cos’è l’esame del campo visivo
Diversi disturbi e patologie, come la miopia, il distacco della retina, la retinite pigmentosa, il glaucoma e la retinopatia diabetica, possono causare il restringimento del campo visivo. La tempestiva identificazione di queste condizioni può prevenire la perdita irreversibile della vista, ma l’unico modo per farlo è sottoporsi a un esame specifico, il test del campo visivo.
È particolarmente utile per il conseguimento o il rinnovo della patente, la valutazione di danni alle vie ottiche, la gestione di patologie ischemiche, oncologiche, traumatiche o neurologiche, e la prevenzione del glaucoma.
Ma cosa implica realmente questo esame e qual è il suo ruolo cruciale nella valutazione della salute oculare?
Come si svolge l’esame del campo visivo
La frequenza raccomandata per sottoporsi a questo esame varia, ma la Società Europea per il Glaucoma (EGS) suggerisce da 1 a 3 esami all’anno, con maggiore frequenza per chi è a rischio. Questi numeri non dovrebbero preoccuparti, in quanto si tratta di un esame abbastanza veloce, non invasivo, indolore e che non richiede una particolare preparazione.
Il Campo Visivo Computerizzato è una tecnologia avanzata che supera i vecchi perimetri manuali, offrendo precisione e personalizzazione dell’esame in base alla patologia e alla zona del campo visivo da esplorare.
Durante l’esame, al paziente viene chiesto di appoggiare mento e fronte su un supporto posizionato di fronte a una cupola illuminata. Lavorando con un occhio alla volta, il paziente fissa uno spot luminoso e segnala la presenza di stimoli luminosi all’interno della cupola premendo un pulsante.
Uno dei limiti dell’esame è la sua dipendenza dalla collaborazione del paziente. È essenziale che il paziente sia attento e collaborativo durante l’esame per garantire risultati accurati. La durata può variare a seconda del tipo di test scelto dal medico e dalla velocità di risposta del paziente. Con i moderni perimetri, la flessibilità dell’esame consente una durata media di 10-20 minuti per entrambi gli occhi.
Quando è raccomandato un test del campo visivo
L’esame del Campo Visivo Computerizzato (CVC) rappresenta un pilastro fondamentale nella diagnosi e nel monitoraggio di varie condizioni oftalmologiche e neurologiche, svolgendo un ruolo cruciale nella gestione dei pazienti, specialmente in presenza di patologie come il glaucoma. Quest’ultimo è una malattia cronica dell’occhio caratterizzata da danni al nervo ottico, spesso associati a un aumento della pressione intraoculare, richiede un monitoraggio regolare per valutare la progressione della malattia e adeguare il piano di trattamento.
Il CVC riveste un ruolo particolarmente critico in quanto il glaucoma può progredire in modo asintomatico nelle fasi iniziali, e solo tramite questo esame è possibile identificare eventuali perdite visive periferiche che possono sfuggire alla percezione del paziente.
Oltre al suo ruolo nell’ambito oftalmologico, il CVC si è affermato come uno strumento diagnostico utile anche in campo neurologico. Il sistema visivo è strettamente connesso alle vie ottiche, che trasmettono gli impulsi nervosi dalla retina al cervello. Pertanto, il CVC può essere prescritto dai medici neurologi per valutare eventuali danni a queste vie ottiche, che possono essere causati da una vasta gamma di patologie.
In particolare, il CVC può fornire informazioni preziose in caso di patologie ischemiche, come ictus o ischemia ottica, dove la riduzione del flusso sanguigno può compromettere la funzione visiva. Inoltre, il test può essere utilizzato nella valutazione di condizioni oncologiche che coinvolgono il sistema nervoso ottico o il tratto visivo, nonché in seguito a traumi cranici o lesioni neurologiche.
Insomma, l’esame del campo visivo rappresenta uno strumento diagnostico versatile e indispensabile, che si estende ben oltre il campo dell’oftalmologia, contribuendo in modo significativo alla gestione e al monitoraggio di numerose patologie. La sua capacità di rilevare precocemente alterazioni nel campo visivo lo rende un elemento cruciale nella pratica clinica, consentendo interventi tempestivi e migliorando la qualità della cura fornita ai pazienti.
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