È una malattia degenerativa non infiammatoria della cornea.
Approfondiamo il Cheratocono
Il Cheratocono è una malattia degenerativa, caratterizzata da una deformazione graduale dello stroma centrale.
La cornea diviene progressivamente più sottile e nel tempo assume la forma di un cono (ectasia) che induce l’insorgenza di un astigmatismo miopico irregolare, la deformazione della cornea avviene in modo irregolare e asimmetrica e quindi l’astigmatismo che ne consegue risulta correggibile solo parzialmente con gli occhiali tradizionali.
È una patologia rara, con un’incidenza attorno ad 1 su 2000.
L’età in cui si manifesta in genere sono:
- tra i 12 – 15 anni durante la pubertà inizia il suo percorso;
- durante i 25 – 30 anni si evolve;
- dopo i 35 – 40 anni tende a stabilizzarsi.
La progressione non dipende da particolari condizioni cliniche oculari ed è imprevedibile.
I principali sintomi
I principali sintomi che il soggetto riferisce in una fase iniziale possono essere analoghi a quelli di una semplice miopia: compare una visione sfuocata specialmente guardando lontano.
Successivamente la qualità dell’immagine peggiora e compare la percezione di una “sbavatura” o distorsione, soprattutto di notte, con aloni delle luci.
Alcune volte è presente intolleranza alla luce (fotofobia).
La diagnosi
La diagnosi avviene durante una visita oculistica, non è sempre precoce poiché all’inizio è spesso colpito un solo occhio.
Questa patologia si verifica grazie all’utilizzo di un topografo corneale, la mappa corneale computerizzata consente di evidenziare le anomalie morfologiche corneali anche in fase iniziale.
Le cause del Cheratocono
Le fibre di collagene della cornea vengono sottoposte ad una continua “manutenzione” da parte di cellule specifiche dette cheratociti.
Questa patologia comporta uno squilibrio tra la produzione e degradazione delle fibre dello stroma corneale che diviene assottigliato e deformato.
Gli aspetti genetici hanno un ruolo importante nell’eziologia del cheratocono, anche se non sono ancora chiaramente identificati i geni responsabili che alterano il regolare ricambio delle fibre collagene.
In alcuni casi anche l’azione meccanica dello strizzare o strofinare gli occhi, come in caso di forme allergiche che determinano prurito, ne può essere una causa determinante.
Gli stadi
Il cheratocono può essere distinto in 3 stadi:
- Frustro: forma lieve asintomatica;
- Correggibile con occhiali: comparsa di difetti astigmatici o miopici che cambiano frequentemente;
- Correggibile con lenti a contatto: la deformazione progredisce e l’incremento dell’astigmatismo o miopia è tale da rendere gli occhiali poco efficaci e quindi si ricorre alle lenti a contatto per regolarizzare la superficie della cornea.
Il Trattamento
Quando la deformazione della cornea è tale da non consentire più l’utilizzo di occhiali o di lenti a contatto, e quando il paziente ha una capacità visiva ridotta per la malattia, é necessario effettuare la chirurgia.
Il trapianto diviene urgente quando l’apice del cono è divenuto opaco oppure vi è un rischio imminente di idrope (edema corneale per rottura della Descemet).
A seconda dello stadio e della velocità di evoluzione della malattia, è possibile scegliere vari approcci chirurgici, quali:
- Trapianto di cornea
Detto cheratoplastica, che può essere:
– Lamellare (sostituzione degli strati anteriori alterati della cornea malata con equivalenti strati trasparenti di una cornea sana di un donatore);
– Perforante (gli strati della cornea vengono sostituiti con un lembo corneale trasparente a tutto spessore). - Anelli intrastromali
Vengono inseriti all’interno del tessuto corneale, a livello dello stroma, due segmenti di materiale plastico trasparente ad elevata tollerabilità biologica a forma di arco, che provocano un appiattimento della parte centrale della cornea, questo intervento permette di ridurre notevolmente l’astigmatismo e la miopia correlati allo sfiancamento corneale, consentendo un miglioramento della visione. - Cross-linking
Una terapia parachirurgica basata su un metodo di “rinforzo” della struttura della cornea affetta da cheratocono, mediante una reazione chimica che consolida i legami tra le fibre del collagene corneale, ne risulta una stabilizzazione della cornea con conseguente arresto della deformazione della stessa e pertanto del cheratocono.
Questo nuovo metodo di trattamento si pone come obiettivo quello di ritardare l’evoluzione del processo patologico in atto.
È il chirurgo che dopo una attenta valutazione del caso nella sua completezza deciderà quale trattamento eseguire tenendo in considerazione sia lo stadio, sia la evoluzione della malattia.